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Roda de Putia

  • Immagine del redattore: Stefano Germano
    Stefano Germano
  • 21 giu
  • Tempo di lettura: 12 min

Aggiornamento: 1 lug

L'anello del Sas de Putia.



Il Sas de Putia, di sicuro l'emblema più rilevante che si pone con grande grazia tra l'Alta Badia e le Dolomiti di Marebbe - Plan de Corones. Un enorme dente roccioso che si eleva a 2875m di altitudine e che da un punto di vista geografico guarda sì verso l'Alta Badia e Marebbe, ma con quelle perfette prospettive di cammino a unire in un unico sentiero la vicina Val di Funes.


Il Roda de Putia è l'anello perfetto di congiunzione tra questi tre territori confinanti. Se l'Alta Badia e Marebbe si dividono la base territoriale del Sas de Putia, la vicinanza con la Val di Funes permette di unire a se, in un unico sentiero, più giorni di cammino perfettamente collegati dove i rifugi presenti offrono l'ospitalità perfetta per uno dei più interessanti Trekking che si possono affrontare all'ombra della grande montagna.





Longiarù - 1400m


Una lunga valle si chiude all'altezza di Longiarù, un meraviglioso centro turistico che guarda direttamente ai versanti delle Puez-Odle. Un centro di villeggiatura che durante l'Estate diviene quel punto di riferimento di grande importanza per i grandi Trekking che poi si elevano nelle quote maggiori. La lontananza con la strada centrale che collega l'Alta Badia con Marebbe e il restante dell'Alto Adige, rende questo piccolo centro abitato un luogo di pace e tranquillità.


Durante questo periodo di metà Giugno, quando il turismo è ancora limitato, camminare tra le quiete viuzze del paese è come entrare in contatto nell'immediato con una cultura alpina che già da qui si differenzia dal resto dei territori Dolomitici. Le Dolomiti del Veneto (Bellunesi) e le Dolomiti del Trentino sembrano molto lontane da un punto di vista culturale con tutto ciò che questo primo versante a Sud dell'Alto Adige pone di fronte a chi, come me, ha come origine una forma culturale decisamente diversa.


La cultura dell'Alto Adige è unica e complessa, risultato della convivenza di tre gruppi linguistici e culturali: tedesco, italiano e ladino. Questa diversità si riflette nelle tradizioni, nell'arte, nella musica, e nell'artigianato locale, creando un mix affascinante di influenze mediterranee e alpine, tradizione e modernità. Una serie di diversità che nell'immediato si percepiscono dalla lingua, dove il tedesco prevale in maniera forte e marcata quasi a identificare la lingua italiana come un possibile diversivo a ciò che culturalmente scorre nelle vene di queste popolazioni.


Grandi lavoratori, sebbene le principali fonti ricadono sul turismo, sulla lavorazione del legno e soprattutto nell'agricoltura, dove oltre gli alpeggi estivi prevale la cura e il raccolto derivato dalla fienagione di stagione. Ed è proprio da quest'ambiente agricolo che prende vita il mio cammino, il mio primo avvicendamento al Sas de Putia.





Vi - 1600m


No, non si tratta di un errore di battitura da parte mia. Vi è un pugno di case e fienili che si pone leggermente più in quota rispetto al centro di Longiarù. Si raggiunge dal centro risalendo una stretta stradina asfaltata che contrapponendosi con Vila e Lagoscel termina all'altezza di un ampio parcheggio pubblico per poi proseguire verso i versanti maggiori su di una strada bianca.

L'agricoltura e la fienagione. Questo di metà Giugno è il periodo perfetto per questa attività che vede impegnati uomini e mezzi nel taglio e raccolta di questo prezioso elemento vitale per la pastorizia in generale.





Il mattino presto vede già al lavoro piccole squadre di uomini che approfittando del fresco di una notte appena passata danno vita a un lavoro che di generazione in generazione viene ripetuto in modo continuativo. Sebbene in certi casi le macchine moderne vanno a sostituire in modo agevole le fatiche maggiori, mi piace vedere che a volte la falce e le braccia vengono ancora considerate come il modo più tradizionale da seguire. Come se la fatica, che ora viene meno con i macchinari moderni, rimanga un principio culturale da rispettare.


Vengo così preso dalla curiosità, da quel forte desiderio di capire cose che per il momento in me rimangono un piccolo quesito da risolvere. Chiedo e ottengo risposta....



"Facevano così i miei avi, faceva così mio Padre che mi ha insegnato il rispetto di questo duro lavoro e che per rispetto nei suoi confronti porto avanti pure io..."



E' una di quelle risposte chiare che in due righe esprime tante cose.





Prà de Mesamunt - 2100m


E se tutto parte da questi alpeggi nelle quote minori, il proseguo del mio cammino, almeno fino a raggiungere i prati di Mesamunt, non cambierà scenario. La strada bianca (o forestale) sale con leggerezza divenendo il sentiero 9, attraverso i vati prati di Avares e delle Contrignes aprendosi in perfetti punti di vista verso quei versanti più lontani e che un po alla volta, aumentando di dislivello, si pongono alle vicine vette rocciose delle Puez-Odle. Distese di verdissimi e solari prati dove un considerevole numero di piccole baite e fienili rendono questi luoghi, a volte dal nome impronunciabile per la mia lingua, la perfetta cartolina di ciò che la cultura dell'Alto Adige presenta al mondo intero.








Non so! forse sarà un mio pensiero personale ma se porto alla memoria ciò che foto e video mi hanno trasmesso di questi territori, la realtà dei fatti traduce in modo perfetto ciò che una iniziale visione ora diviene una perfetta realtà. La strada bianca prosegue. Una lunga serpentina dove alcuni oggetti particolari abbelliscono il mio cammino. Tabelle segnaletiche realizzate con il legno a identificare ciò che in Natura quassù merita rispetto. Ma non solo ciò che riguarda la flora e la fauna, ma anche una serie di oggetti, sempre ricavati dall'artigianale mano dell'uomo, di un'antica quotidianità di montagna che si mescola a forme mistiche e create dalla mente di un abile scrittore di fantasia.








Aspetti che mi colpiscono, dove primeggia in ognuno di loro il lavoro e l'arte nel sapere plasmare il legno in ogni sua forma.





Vaciara - 2100m


Il Vaciara è l'ultima distesa prativa che guarda verso il versante che mi lascio alle spalle. A ridosso dell'ennesimo fienile presente tabelle escursionistiche dove trovare tutte le indicazioni relative ai vari collegamenti di sentiero che nelle quote maggiori si snodano verso il Paradiso. Poco distante Utia Vaciara (2100m), una malga adibita all'ospitalità turistica che per ora tralascio. Sarà un punto di riferimento per la fase finale dell'intero anello prima di scendere in direzione di Vi.



L'Utia Vaciara (sx - 2118m) ai piedi del Sas de Putia
L'Utia Vaciara (sx - 2118m) ai piedi del Sas de Putia



Il Roda de Putia


E' da qui che entro in via ufficiale all'interno del mio anello. E' solo uno dei diversi punti di accesso per questo meraviglioso itinerario che si possono intraprendere dai diversi versanti presenti. Nel mio caso provenendo da Vi è quello più indicato, sebbene salire in questa prima parte porti via già un'oretta di tempo. Ma alternative non ce ne sono da questo versante, per cogliere così una forte sensazione di piacere nell'affrontare per la prima volta un nuovo cammino all'interno di un nuovo territorio.



"Il mio entusiasmo è a mille"



Il sentiero 35 da questo mio punto di partenza mi accompagna in una serie di piccoli sali e scendi rimanendo sempre a contatto con quell'ambiente dove prati in fiore e fienili quassù creano un ambiente completamente diverso da quello che mi lascio alle spalle. Un cammino che scorre con grande tranquillità lungo queste grandi spalle erbose con punti panoramici che guardano verso l'Alta Badia e Marebbe. Sotto ai miei piedi, laggiù verso valle, ciò che nell'ora precedente mi ha accompagnato in questa prima fase di salita. Baite e fienili che da questo mio punto in alta quota ora mi regalano una serie di prospettive completamente diverse, sebbene già vissute.











Goma - 2111m


Il cammino è piacevole. Questo facile passaggio diviene un momento in cui fisicamente mi sento rilassato e bene con l'ambiente che mi circonda. Rilassato nel corpo e nella mente mentre a ogni passo i miei occhi si perdono verso questi nuovi punti di vista. Marebbe come l'Alta Badia, dove il grande e bianco massiccio che raggruppa a se il Sas dla Crusc e il Piz Lavarela risalta in modo perfetto tra questi verdi alpeggi e il cielo azzurro. Un nuovo cammino per nuovi panorami che penetrano dentro e regalarmi per l'ennesima volta quella sensazione di magnifica libertà.


Una poesia che prende vita grazie a questi immensi spazi aperti. Un paio di baite a risaltare maggiormente una scenografia sempre perfetta e giungere a Goma, punto ideale per una pausa contemplativa. Tutto ciò che per me è nuovo, è un valido e spontaneo motivo per soffermarmi e riflettere su tante cose con occhi che guardano non solo verso l'ignoto il - nuovo - ma su tutto ciò che questa Natura riesce così a regalarmi.


Goma è quella che ora considero la porta di accesso a un nuovo mondo, almeno per me. Un mondo naturale che ora guarda verso quei territori che dai Boschi del Putia scendono in direzione del Passo delle Erbe (1987m). Un passo che non rientra nel mio programma odierno, ma che in questo caso rimane ugualmente un riferimento sia per le tabelle escursionistiche presenti che per l'intero versante a Nord del Sas de Putia.


A Goma decido di fermarmi per una decina di minuti. Zaino a terra approfitto di una piccola pausa e osservare con molta attenzione tutti i punti di vista che da questo punto, oltre Marebbe e l'Alta Badia, guarda in una forma meravigliosa alle lontane Puez-Odle. Grazie a una interessante e precisa mappa fotografica - panoramica - presente, che mi descrive tutto ciò che posso carpire da questo punto, la mia fame di sapere ora trova un banchetto perfetto. Una bella e limpida giornata mi permette così di arrivare in modo perfetto lungo quei versanti lontani a sconfinare verso le prime creste delle Dolomiti d'Ampezzo, mentre le Puez-Odle sembrano prendere il volo da quella vastità di alpeggi resi vivi dalla lussureggiante vallata di Longiarù.







Goma è una piccola forcella, definiamola così. Un punto decisivo dove il sentiero 8B (il Rundweg Peitler Kofel) inizia su di una lunga e avventurosa discesa tra i primi boschi "de Putia" e che in lontananza delinea l'aspetto naturale del Passo delle Erbe. Il Passo delle Erbe (Ju de Börz in ladino e Würzjoch in tedesco) è posto a 1.987 metri di altitudine ed è l'unico collegamento stradale tra la Val Badia e la Valle Isarco (Eisacktal). Il valico è splendidamente incastonato tra i dolci pascoli di Luson a nord e i prati di Pütia con le ripide pareti dell'omonima montagna a sud. Da qui si accede a uno degli ambienti naturali più preziosi dell'Alto Adige Südtirol: il vasto e spettacolare Parco Naturale Puez-Odle, lungo il quale si snodano svariati sentieri escursionistici e di trekking per ogni gusto e grado di difficoltà.



Da Goma verso il Passo delle Erbe
Da Goma verso il Passo delle Erbe




Utia de Goma - 2036m e Munt de Fornella - 2067m


E' questo l'ambiente che ora mi accoglie, penetrando sempre più all'interno di quell'Alto Adige dove la cultura Ladina allontana definitivamente tutto ciò che potrebbe rappresentare l'Italia come unico Stato governante. Una cultura che si tiene ben stretto le proprie usanze, ideologie, lingua e tutto ciò che fa parte di una storia che di generazione in generazione viene tramandata con grande rigore e rispetto. Condivido pienamente tutto questo. Lo condivido perchè ciò che potrebbe risultare fuori contesto si rispecchia in quel pensiero in cui così "tutto funziona bene".



Gli alpeggi primeggiano ancora da questo mio versante. Le alte pareti del Sas de Putia (Peitlerkofel - 2875m) e del Picia Putia (KL. Peitlerkofel - 2813m) ora si presentano lungo il mio sentiero con quella possanza e eleganza che da questo punto di vista rendono merito a questo forte contrasto tra i verdi prati e la selvaggia roccia di Dolomia. La roccia, quella selvaggia certo. Non mancherà di accogliermi a braccia aperte in quello che sarà il punto forse leggermente più impegnativo, e in quota, di questo suo meraviglioso anello.








Utia de Goma - Rifugio Goma - per un saluto veloce e il timbro sul mio passaporto Dolomitico, per giungere in una decina di minuti a quello che come da programma dedico alla mia pausa di metà giornata: il Munt de Fornella. Ambiente cordiale, con quel sorriso in cui il benvenuto e l'ospitalità si colora di simpatia. Il Fornella è una stupenda struttura che dai sui ampi e verdi spazi guarda verso l'intero versante Nord del Sas de Putia. Un punto panoramico dove potermi sedere comodamente, pranzare seguendo quelli che sono i migliori consigli riguardo la locale tradizione culinaria e con lo sguardo che si disperde all'interno di questo maestoso massiccio di bianca roccia Dolomitica.



Utia de Goma (2030m)
Utia de Goma (2030m)

Alpeggi ai Pra de Putia
Alpeggi ai Pra de Putia

Il Sas de Putia (2875m)
Il Sas de Putia (2875m)


Di norma amo pranzare a sacco, magari trovando quel punto di riferimento ben preciso che nei miei pensieri mi permette di vivere momenti di pausa in quello che io considero un ristorante tutto mio. Momenti che mi tengono anche lontano dal possibile caos del turismo di massa per immergermi in una solitaria e perfetta solitudine dove anche un semplice panino diviene l'occasione di un confronto vero e sincero con la Natura. Ma in questo caso, nuovi territori per nuove usanze tutte da scoprire e l'occasione per questa volta è perfetta.




Al Munt de Fornella (2067m)






Forcella de Putia - 2362m


Descrivere tutto ciò che sto provando in queste ore è molto difficile. Un cammino maestoso che un passo dopo l'altro mi sta regalando emozioni sempre diverse, panoramiche sempre diverse e punti di riferimento verso il Sas de Putia che non smettono di sorprendermi. Dopo aver visto questo massiccio in momenti solo occasionali e di passaggio, il pensiero di camminare lungo questo suo anello che lo copre interamente è come toccare con mano quella misticità che solo luoghi così selvaggi riescono a trasmettermi.


Un anello che congiunge perfettamente attorno a se immense distese prative, le baite e i fienili e quel stretto contatto con persone che con ospitalità e il sorriso sempre presente mi fanno veramente sentire benvenuto all'interno di questo mondo lontanissimo - purtroppo - da quello che compone la mia quotidianità. Tutto questo sentirmi bene non può che essere perfetto guardandomi sempre attorno e ammirare la bellezza di questo massiccio Dolomitico che domina la mia giornata.





Pensieri, osservazioni e riflessioni che mi accompagnano così lungo questa piacevole pausa. Ma ora arriva il momento di partire, di proseguire il cammino guardando sempre verso la grande montagna e in quello che per l'intera giornata sarà il punto più impegnativo da affrontare. Un'ampia strada bianca lascia il Fornella, proseguendo un facile cammino attraverso il Rundweg Peitler Kofel per rientrare nuovamente tra i boschi. Leggeri sali e scendi che iniziano a portarmi leggermente in quota aprendo dei forti panorami verso questi nuovi versanti della montagna.



In cammino lungo il sentiero 8A verso il Ringspitz
In cammino lungo il sentiero 8A verso il Ringspitz


Una su tutte attrae maggiormente la mia attenzione. Si compone di pareti rocciose e boschi che si innalzano verso quel versante maggiore, che nella vetta del Ringspitz (2625m) vede il suo estremo contatto con il cielo. Lungo la base di questa montagna un collegamento di sentiero molto particolare: il Gunther Messner Steig. Un cammino che proviene da lontano, da quei versanti estremi della ormai vicina Val di Funes e che collegandosi al mio di sentiero mi permette di camminare all'interno di un percorso che dal punto di vista escursionistico è storia all'interno di questa regione.







E' da questo congiungimento con la storia che la roccia prende improvvisamente piede dopo ore e ore di rinomati e lussureggianti alpeggi. E' così che inizia la salita in direzione di Forcella de Putia. Un passo dopo l'altro per questi poco più 200m di dislivello per quel confronto con quella parte di montagna dove la sua naturale composizione geologica sicuramente non agevola il proseguo. Tratti di una serpentina che si destreggia tra grandi massi di bianca roccia di Dolomia, attraverso quest'ampia gola selvaggia che divide in due parti il versante Occidentale del Sas de Putia e il Ringspitz. Di tanto in tanto una pausa, non solo per osservare tutto ciò che ora mi accoglie all'interno di questo ambiente così straordinariamente selvaggio, ma anche per quegli attimi in cui riprendere fiato e organizzare nuovamente le forze.





La vetta e tutti i suoi possibili emblemi presenti sono il riconoscimento più bello che si possa ricevere anche da un sentiero che probabilmente risulta di media lunghezza ma che nel suo dislivello in quella sua media lunghezza racchiude a se un importante impegno fisico. In un panorama straordinario Forcella de Putia (2362m) guarda nuovamente lungo quei versanti che nelle prime ore del mattino sono stai quei miei punti di riferimento per questo inizio di giornata. Ora però sono maggiormente in quota, quell'altezza massima per oggi.



Il Forcella de Putia (2362m)
Il Forcella de Putia (2362m)



Se mi lascio alle spalle pochi punti di vista come riferimento, guardando sempre verso la giusta direzione di marcia le Cialine e i suoi alpeggi ora aprono il sipario verso una meravigliosa panoramica dove le ormai vicine Puez-Odle e le imponenti vette del Sas dlas Crusc e del Piz Lavarella vengono illuminate dal sole come mai era successo nelle ore precedenti. Ora la nostra stella primaria guarda verso quell'imminente tramonto. Il suo naturale movimento, quella sua lunga rotazione attorno al nostro pianeta pone tutta la sua forza, energia e luminosità attraverso i versanti di questi lontani gruppo Dolomitici che durante le prime fasi del mattino rimanevano nascosti e in penombra.



Dalla forcella verso le Cialine
Dalla forcella verso le Cialine












Tutto questo rende merito alla maestosità e bellezza di questi grandi gruppi montuosi, dove poter scrutare ogni loro minimo particolare e ammirare le grandi e ripide pareti che nei versanti maggiori danno successivamente vita a grandi altipiani con la roccia predominante. Ambienti lunari, che sembrano far parte di mondi lontani dal nostro e con quella sensazione in cui la montagna detta delle leggi che non possono che essere inviolabili da noi esseri umani. Possanza e maestosità. Bellezza e un eleganza che Madre Natura è riuscita a scolpire in milioni di anni in piena evoluzione.





Utia Vaciara - 2118m


Dalla forcella ritorno nuovamente su questa strada bianca. Una prima discesa iniziale che si adagia piacevolmente su leggeri sali e scendi per tornare così a camminare con grande spensieratezza al cospetto dei verdi alpeggi e di una nuova formazioni di baite e fienili che si disperdono lungo punti di vista che ritornano nuovamente verso valle, verso Longiarù. Il Roda si sta per chiudere, l'intero anello ora vede quella fase conclusiva che, data la facilità di cammino, mi porta a riflettere e a riassumere mentalmente tutto il positivo e la bellezza di questa lunga giornata. Ogni direzione, ogni cambio di sentiero e tutti quei particolari che hanno visto il Sas de Putia come l'ombelico di questo mio mondo, ora assumono un aspetto definitivo.







E' un quadro naturale che ora non aspetta che l'ultimo tocco da parte mia. Quella firma indelebile a segnare per sempre l'autore di un opera come punto di riferimento per chi seguirà il mio stesso cammino. Per vivere le stesse sensazioni, le stesse emozioni e tutto ciò che quella famosa prima volta lo sarà per sempre. L'Utia Vaciara (2118m), l'ultima piacevole pausa prima di quella mezz'oretta di una lunga discesa e tornare così nuovamente a Vi, da dove stamattina tutto ha avuto inizio.





Una bella pausa seduto comodamente al cospetto di un sole meraviglioso in fase calante, mentre una dolce fetta di torta accompagnata da un caffè forte racchiudono a se il piacere di condividere alcuni pensieri con il gestore della malga. Osservazioni, punti di vista e il piacere di raccontare a chi da una vita vive quassù quella che è stata la mia prima volta lungo la grande montagna. Un perfetto sconosciuto ma con quell'umiltà e quella tranquillità di scandire il suo tempo come se fosse un conoscente di vecchia data.





Stefano





2 Comments

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Matteo
Jun 27
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Umiltà una parola così semplice ma un grande valore morale che la società moderna dimentica troppo spesso o ne è poco avvezza. L’ aspetto umano oltre la montagna, stima.

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Stefano Germano
Stefano Germano
Jun 29
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Ciao Matteo e grazie per il tuo commento. Un saluto, Stefano

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