Autunno al Rifugio Genova
- Stefano

- 4 giorni fa
- Tempo di lettura: 11 min
E il panorama dal Monte Poma.
Un periodo dove dedicare tutto me stesso alla Val di Funes. Una nuova esperienza personale che mi vede ancora concentrato all'interno di questo piccolo angolo dell'Alto Adige dopo la meravigliosa e indimenticabile esperienza lungo il sentiero Adolf Munkel Weg.
Gampenwiese - 1900m
Il punto di partenza rimane lo stesso. Stesso luogo con le stesse e prime panoramiche che istintivamente guardano verso le Odle. Cambia il cielo. In questa mia mattina di fine Ottobre l'azzurro e i colori di un'alba indimenticabile dell'Adolf Munkel per ora rimangono solo un piacevole ricordo. Una mattina grigia questa. Fredda dal vento che leggermente accarezza le sommità degli alberi, di questi alti e imponenti arbusti coperti da un leggero strato di brina quasi a simulare una dolce sposa con il suo tenero abito bianco.
Il silenzio è piacevole. Una giornata di metà settimana dove mi sento solo e ben accolto da questa Natura che per buona parte sembra già chiusa nel suo profondo letargo. Gli stimoli per oggi sono a mille. Dopo più di quattro mesi torno per una piccola parte sui miei passi. Il Rifugio Genova - Schlutterhutte (2306m) - mi riporta indietro nel tempo, quando a metà dello scorso Giugno arrivai al cospetto di questo luogo che per me rimarrà indimenticabile per sempre.
"Allora salii dai versanti opposti, quelli dell'Alta Badia da Longiarù."
Fu un giorno speciale, e non solo per la mia prima assoluta lassù. La prima giornata di apertura di stagione del rifugio, uno dei primi pasti di mezzogiorno serviti in tavola e il loro primo timbro sul mio passaporto Dolomitico dell'intera Estate. Momenti che sembrano lontani. Momenti che mi riportano a quel giorno d'Estate dove tutto stava per iniziare nuovamente, dove la mia euforia di una nuova stagione al via si poteva paragonare alla stessa di chi lassù, nel cuore e nell'anima delle alte quote, iniziava una nuova e lunga Estate.
Oggi invece tutto è diverso. I grandi spazi del Gampenwiese si colorano di una meravigliosa tela autunnale. Ricordo bene da lassù, quando in quel giorno d'Estate dal rifugio potevo ammirare un'ampia panoramica verso la Funes e verso quei luoghi allora lontani, verdi, lussureggianti e resi vivi dalla presenza dei pascoli di stagione. Ora il Gampen, da questa opposta prospettiva, si rispecchia perfettamente in un quadro naturale di silenzio e pace quasi eterna.

L'atmosfera è surreale. Le nuvole per l'ennesima volta danno vita a quel miracolo in cui la Natura che mi circonda sembra riposare sui suoi stessi elementi. Le nuvole più scure, quelle più visibili, corrono veloci dai versanti maggiori in direzione delle Odle che in questo mio cammino sono leggermente più lontane. La solitudine in questi momenti è la più bella esperienza che io possa vivere. Mi mette a stretto contatto con tutto ciò che la Natura esprime al massimo della sua "purezza". Nessun rumore estraneo e nulla che possa contrastare in modo del tutto negativo questi miei istanti al cospetto di così tanta grazia.
Kaserill Alm - 1920m
La strada bianca scorre piacevolmente. Esco dai boschi iniziali di Zannes per aprirmi verso nuovi punti di vista che ora danno una fisionomia decisamente più chiara delle lontane Odle. Per quanto sia la distanza che mi separa, loro non vengono a meno nel dimostrarsi in tutta la loro bellezza e maestosità. Una bellezza degna delle montagne più belle, e che dell'intera Val di Funes si possono ben definire come l'immagine immortale al mondo intero.
Nessun ostacolo naturale tra me e tutto ciò che mi circonda. La Natura si espande così in tutta la sua armoniosa bellezza.
La Kaserill Alm - Malga Kaserill (1920m) - è una delle tante malghe che si trovano lungo la Val di Funes. Tipica struttura stagionale dedita all'accoglienza turistica e chiusa in questo periodo prima dell'avvento dell'Inverno. Porta con se ancora qualche segno di una stagione finita da poche settimane. I suoi verdi prati ancora ben tenuti e quelle evidenti tracce di ciò che gli animali al pascolo lasciano come segno tangibile del loro passaggio. L'orizzonte però non mi offre solo panorami che incantano il mio sguardo. Leggeri schiamazzi, per ora, giungono dai versanti più vicini alla Kaserill. Quei versanti che guardano verso la Gampen Alm, che troverò nel pomeriggio, e che vedono in un consistente gruppo di persone la facciata poco "naturale" di un mondo come questo che giustamente chiede un po di silenzio.....

Mi fermo solo qualche minuto in malga. Come sempre la mia curiosità mi porta a osservare ogni possibile particolare che mi avvicini maggiormente a quella quotidianità che nelle malghe stesse traduco come libertà assoluta. Nei miei articoli passati e in quelli che scriverò in futuro, non smetterò mai di sottolineare questo aspetto così importante. Importante come la vita, come il silenzio e l'energia che queste strutture, sebbene a volte dedite anche al turismo di massa, trasmettono grazie alla presenza degli animali che quassù trovano quella pace eterna che tanto cerco nei miei lunghi cammini.
E' anche così che sto bene, non solo con me stesso ma anche con il mondo intero.
L'ampia strada bianca si divide in due. All'altezza di un ponticello in legno che attraversa il torrente Kaserill, due sentieri si contrappongono per due diverse destinazioni. Lascio la via per la Gampen Alm, che troverò nel pomeriggio al rientro, seguendo quello che un passo dopo l'altro da vita a un sentiero di montagna sempre più evidente. Una successiva deviazione sempre sulla destra mi accompagna su di una leggera salita che si addentra su alcuni tratti boschivi. Un dislivello poco impegnativo che sale in quota quanto basta per avere quei riferimenti visivi che ora si aprono a punti di vista sempre più carichi d'intensità.
In due diversi punti due diverse indicazioni di cammino poco lontane l'una dall'altra. Due diversi punti di riferimento per due diverse panoramiche che rallentano il mio passo. Mi devo fermare, non posso non tenere in considerazione ciò che gli spazi visivi mi offrono come un regalo naturale dalla perfezione di tutti gli elementi esposti.
Nella mia fantasia ora tutto prende la forma di un volo libero di uccello. Dalla Gampenwiese per seguire le correnti d'aria in direzione delle Odle, sorvolando così queste ampie distese prative e risalire in direzione di Forcella de Furcia (2293m) per poi chiudere questo volo immaginario al Rifugio Genova planando oltre il Passo Poma.
La mia è solo una fantasia certo, ma si rispecchia fedelmente con l'ambiente che mi ospita e per me questo è di un valore immenso.
Rifugio Genova - Schluterhutte - 2307m
Ancora pochi passi lungo questo sentiero, dove l'erba a questa quota ha già assorbito i colori autunnali. La grande sagoma del rifugio che si avvicina sempre più, mentre il mio sguardo toglie l'attenzione a tutto ciò che ora mi lascio alle spalle per dedicare ogni considerazione alla lunga spalla in quota del Col de Poma. E' lassù che devo arrivare. E' da lassù che noto la presenza di una strana croce e di alcuni escursionisti già pacificamente assorti all'interno di una dimensione che tra poco sarà anche parte di me.

A differenza di qualche mese fa sembra abbandonato a se stesso. Chiuso all'interno di una stagione che ancora per poco tempo garantirà quel passaggio e quella visita veloce prima dell'avvento della neve. Prima che tutto diventi più difficile, anche salire al cospetto di questo storico rifugio. Ora tutto tace, in un silenzio che tiene per se pensieri, commenti, emozioni e quel senso di ospitalità che per una lunga Estate questo rifugio ha riservato solo a chi della montagna ne fa un uso civile e non caotico come quello che in pochi minuti si va a creare.
Un gruppo d'invasati, gli ultimi Merenderos fuori stagione che avevo "intercettato" più a valle durante la prima parte di cammino. Mi raggiungono in poco tempo espletando al meglio la loro maleducazione nei confronti di un ambiente che chiede solo l'opposto. Schiamazzi, urla, risate senza senso dettate da battute più stupide delle bocche che le esprimono. Nemmeno il forte e freddo vento che spira a queste quote ferma il livello d'ignoranza di questi subdoli esseri umani. Un livello tale da arrivare quassù addirittura senza una maglia protettiva, a torso nudo per dimostrare al mondo intero che l'ignoranza umana è un dato di fatto.
Col de Poma - Zendleser Kofel - 2422m
Di fronte alla stupidità umana
Mi soffermo per qualche minuto di fronte a questo spettacolo che io trovo umiliante per l'essere umano stesso. Mi soffermo soprattutto per osservare un paio di ragazzi, quelli a torso nudo e con un età media di 30 anni. Osservo con attenzione la loro strana espressione in cui, nei loro sguardi, a fatica riescono a nascondere quel disagio provocato da una temperatura che a questa quota si aggira sui 5° e dal vento forte che sale fino quassù. Si sentono troppo al centro dell'attenzione nei confronti dei loro coetanei. Si sentono troppo esposti a sguardi e sorrisi espressi dal gentil sesso presente. Veri clown senza cervello.
Mi soffermo qualche minuto in più al Passo Poma (2340m) dopo aver constatato l'interesse del "branco" nel proseguire fino alla vetta del Col de Poma. Lascio andare pure avanti i subdoli e approfitto di questa pausa per ammirare le nuove prospettive che ora si aprono verso i versanti opposti. Lascio temporaneamente la Val di Funes per osservare la ormai vicina Alta Badia e quei primi frangenti montuosi di Marebbe. L'occasione è perfetta. Attimi per esaudire il mio piacere di fermare questi istanti con le mie foto e le mie riprese, e fare così memoria di ciò che proprio in questo punto l'Estate mi accolse giungendo da quei versanti.

La salita verso il Col de Poma si traduce in un centinaio di metri di dislivello per un facile cammino che in venti minuti porta alla croce di vetta. Il subdolo spettacolo offerto dal branco non si attenua nemmeno al cospetto della sua croce. Camminando a passo lento non posso fare a meno che udire echi di schiamazzi in continua evoluzione. I due pagliacci del caso a occhio continuano a svolgere la loro perfetta mansione di clown, mentre la complicità del vento espande lungo altri versanti questi atteggiamenti che Madre Natura potrebbe anche non considerare.
Fortunatamente lo spettacolo all'improvviso si spegne. Continuando la mia salita inizio a incrociare il branco in fase di discesa. Sembrano improvvisamente scarichi, esausti di quell'energia fuori luogo. Camminano distanziati l'uno dall'altro con quella sensazione di smarrimento in cui sembra non abbiano più nulla da dire, nemmeno una risata convenevole. Nemmeno salutano, sembrano improvvisamente assorti all'interno di una dimensione che non tiene nemmeno conto del valore del luogo che li ospita.
I due clown ora si sono coperti per bene. Silenziosi e chiusi nei loro piumini. Facce viola dal freddo, maglioni pesanti, berrettone e guanti per cercare di riportare la temperatura corporea a quel livello idoneo per la sopravvivenza. Patetici e ridicoli!!
"A questo punto posso proseguire con la mia giornata con rispetto per questo ambiente"
Arrivando ai piedi della croce non posso fare altro che appoggiare il mio zaino sulla panchina presente e immergermi completamente all'interno di questo che ora considero il mio "nuovo mondo". Mi si apre lo spettacolo più bello che dalle Odle scende verso i grandi alpeggi del Gampenwiese per poi salire con grande forza verso una nuova dimensione naturale, una cresta di erba e roccia scura che nel Tullen (2658m) e nel Ring Spiz (2625m) vede le due vette più conosciute. Lo spettacolo è unico, come l'unicità e il silenzio che in questo posto mi permettono l'ennesima riflessione su quanto sia importante arrivare in luoghi così "sacri".
"Si apre così un mondo che sembra non avere una linea di confine"
Di fronte a così tanta bellezza non riesco a sentimi "estraneo". D'istinto mi sento parte di questa dimensione in cui la mia sola presenza identifica la mia vera personalità in tutto ciò che mi circonda. Come posso pensare di arrivare al cospetto di questa croce senza immedesimarmi perfettamente con tutto ciò che il creato ora mi pone come uno dei regali più belli da condividere solo con me stesso e la mia Anima. Come posso pensare ancora al branco se di fronte a me Madre Natura mi da tutti gli strumenti necessari per dare un valore immenso alla vita e a tutto ciò che mi riserva.
Come faccio a non piegarmi sulle ginocchia, a non emozionarmi e immedesimarmi nuovamente con quel volo libero che da questa prospettiva trova spazi infiniti dove farmi guidare unicamente dal vento. Per me ora è impossibile rimanere un essere umano. Ho la forte necessità di diventare animale, quell'uccello libero nel vento quanto quella marmotta che di tanto intanto con l'eco fa sentire la sua presenza. Non posso, non riesco a rimanere umano se penso a quanta cattiveria e ingiustizia esso produce nei confronti dei suoi simili e a scapito di questa Natura viva.
E come se questa giornata per me finisse qui. Tutto ciò che sarà dopo mi vede in un cammino dove una lunga discesa mi riporterà lentamente al cospetto della normale quotidianità. Quella a volte malata e frequentata da quelle persone che nel branco a volte dimostra ciò che dal mio punto di vista si può farne anche a meno. Un panino, due uova sode e come dolce l'immensità della Val di Funes espandersi verso orizzonti che sembrano non avere fine.
Rientrare verso valle è come una candela che lentamente si spegne una volta finita la cera. La Gampen Alm diviene un punto ideale per quel caffè che ora ci sta come la bella fetta di torta che sembra riservata solo a pochi. A quei pochi che come me danno un valore immenso al proprio cammino, alla fatica che esso impone e da quella impagabile soddisfazione nell'aver raggiunto la sua vetta. Tutto questo ha un valore che poi trova la naturale eleganza dei boschi e dei prati che portano nuovamente in scena gli ampi spazi del Gampenwiese, e di tutta la raffinatezza di un quadro autunnale che nella sua unicità rappresenta l'intera Funes.

L'Autunno dai colori freddi. Quei colori creati da un cielo grigio che come per magia riflette all'interno dell'ambiente sfumature e riflessi che sembrano dare maggior vigore a questa Natura. Nemmeno con il sole e il cielo azzurro riesco a percepire questa particolare energia scaturita da questi elementi. Una leggera velatura a rendere debole il sole che di li a poco viene oscurato da nuvole grigie che cambiano nuovamente ogni riflesso di luce.
Gli alpeggi del Gampenwiese ora si esprimono in maniera più chiara. Ampie staccionate in legno si allungano verso i vari versanti di queste ordinate e curate distese prative. La mano dell'uomo per quell'ultimo taglio di stagione è ben visibile, e rappresenta al meglio la cura e la passione all'interno di una cultura vecchia come queste montagne.
La stessa cura e la stessa passione che traduco anche in ciò che non appartiene all'uomo, ma a quello in cui Madre Natura sembra voler fare la sua parte anche in questo.
Le Odle ora sono tornate vicino. Mi sembra quasi di sfiorare quel suo versante orientale entrando maggiormente all'interno di quei boschi per portarmi nuovamente, a distanza di giorni, lungo la Adolf Munkel Weg. Punti di vista verso la montagna, mentre per qualche attimo il sole sembra voler tornare protagonista di questa mia giornata che nel silenzio assume la sua unicità.
Le giornate si accorciano sempre di più. Giorno dopo giorno inizio a percepire quella sensazione in cui il tempo assume uno spazio temporale sempre minore. Giornate grigie come questa alimentano maggiormente questo spazio, dove diviene sempre più indispensabile calcolare le ore effettive di luce con il cammino che si vorrà affrontare. Si accorciano così anche le tempistiche di sentieri che inevitabilmente divengono sempre più corti, ma che mi permettono sempre di trovare quei miei spazi di riflessione in cui il tramonto tra questi mille colori può liberamente rubarmi ogni istante della mia esistenza.

Tornare al punto di partenza. Fermarmi così a Zannes per qualche minuto mentre il buio lentamente si impossessa di tutto ciò che mi lascio alle spalle. Minuti in cui con la dovuta calma mi tolgo gli scarponi, la maglia tecnica ancora umida dopo una lunga giornata e approfittare di queste situazioni che rientrano nelle mie abitudini per pensare, riflettere e fare un veloce riavvolgimento di una nuova esperienza che in questo Autunno così pazzesco mi ha condotto fin quassù, in Val di Funes.
Le mie emozioni vengono interrotte improvvisamente da quel mio sorriso spontaneo che mi ricorda che della Funes ho ancora tante cose da scoprire. Lo spettacolo continua....
Stefano













































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