E' un'Estate che va...
- Stefano Germano
- 10 set
- Tempo di lettura: 6 min
Un arrivederci con indelebili ricordi.

La malinconia comincia leggermente a farsi sentire. Con le prime settimane di Settembre entro un po alla volta all'interno di quella dimensione in cui tutto ciò che avvolge la stagione calda inizia in un rigoroso silenzio ad allontanarsi sempre di più. Rimangono ancora lontani quei primi margini di quell'Autunno che darà nuova vita a questa mia meravigliosa dimensione naturale. Il sole rimane ancora caldo nel cielo, mentre i Rifugi, la nostra casa sulle Dolomiti, iniziano in un malinconico ritmo a chiudere i battenti.
Ancora poche settimane, pochi giorni per quell'arrivederci dove darsi nuovamente appuntamento nel cuore naturale di questa Natura selvaggia e ancora ospitale per l'uomo.
Con il mese di Settembre è l'inizio di un'Estate che lentamente volge al termine. Porto con me ricordi, emozioni, sensazioni e tante di quelle nuove esperienze che non possono che arricchire la mia esistenza e questo mio naturale #spiritolibero sempre e costantemente alla ricerca di quelle dimensioni dove trovare, sicuramente prima o poi, la giusta dimensione di "libertà".
"Devo solo portare pazienza, e il tempo mi darà ragione"
Facendo un riassunto di tutto ciò che per me è stato, metto insieme tante situazioni che sotto certi punti di vista sono parte di riassunto di un anno dove esperienze naturali e personali hanno sicuramente caratterizzato la mia attuale dimensione. Un anno che si compone di tante soddisfazioni e di quei momenti in cui il destino ti mette di fronte a dei cambiamenti e mancanze che ti segnano nel profondo.
Dopo l'improvvisa perdita dei mie genitori in meno di due mesi l'una dall'altro, guardo inizialmente alla Primavera prima e soprattutto all'Estate dopo, come in quei momenti in cui concentrare tutte le mie energie in due periodi sicuramente importanti per chi, come me, vive questa Natura e queste montagne come una cultura di vita in totale pace e serenità. L'Estate certo, quella stagione in cui a partire dalla metà del mese di Giugno iniziano finalmente le riaperture stagionali di Rifugi e Malghe in alta quota. Tornano così gli alpeggi e tutta quella frenesia e successione di vita che finalmente torna ad accompagnarmi lungo questi miei sentieri, lungo questo mio cammino di vita.
Il piacere d'iniziare così a pianificare su carta ogni singolo passo. Il piacere di aprire nuovi orizzonti verso nuovi territori mai "esplorati" e che ora sembrano attendermi in tutto il loro splendore. Come tornare nuovamente su quei luoghi che in passato mi hanno visto partecipe in diverse occasioni, magari luoghi visti e rivisti ma che per il "valore" che io riconosco in loro rimangono sempre un'emozione da vivere con continuità. L'Estate profuma di quei cieli azzurri e caldi, che nelle quote maggiori identificano perfettamente il valore della "vita". Quella umile, composta da cose semplici e in cui la Natura stessa ne esprime quel concetto così perfetto da sentirmi nell'immediato parte esistenziale. L'umiltà che nella semplicità di baite, fienili, animali al pascolo e di una fauna selvaggia in piena attività, risulta la migliore colonna sonora di un mondo lontano dal "marcio" che impesta il resto del mondo.
L'Estate quantifica la perfetta dimensione di ciò che ho bisogno. L'apertura verso un sistema naturale che arrivato in questo periodo dell'anno non conosce più barriere. La neve mi ferma, mi impedisce di andare oltre tenendomi stretto a una leggera morsa che non mi permette di andare oltre. L'Estate invece apre alla mia anima ogni possibile prospettiva, dalle semplici camminate a quei Trekking di più giorni e impegnativi per arrivare così a toccare il cielo con un dito. Dormire in Rifugio, fermarsi per una pausa o un pranzo in Rifugio seduto comodamente su quelle meravigliose terrazze esterne e al cospetto dei panorami più belli del mondo. Come potrei rinunciare a tutto questo. Come potrei non vivere in un unico e lungo respiro carico di gioia e di felicità questo ambiente che per le infinite meraviglie che mi regala, in cambio mi chiede solamente di rispettarlo.
Come potrei rinunciare a quel cammino che guarda verso verdi e lussureggianti distese prative, accarezzare mucche, cavalli e tutto ciò che la libertà assoluta di questi esseri viventi mi trasmette. Come potrei rinunciare alla fatica di quella lunga salita che tiene sempre la mia attenzione rivolta verso il cielo. Come potrei rinunciare a quella tipica stanchezza, a quell'ultimo sforzo finale prima che la montagna e la Natura mi ripaghi di tante emozioni indimenticabili e che per sempre rimarranno nei ricordi più belli della mia vita. Come potrei non dimenticarmi della mia "anima", di questa meravigliosa armonia in cui una nuova presenza cambi radicalmente la mia vita. E' un Estate che mi gratifica e che lentamente tiene lontani quei momenti negativi, quei giorni in cui le persone più care della propria vita in silenzio e senza disturbare ti salutano per sempre.
La mia realtà, la mia quotidianità, mi vede giorno dopo giorno in quella che io ormai definisco la "trincea" disumana per antonomasia. Inutile che io torni nuovamente a ripetermi su tutto ciò che questa società legata unicamente al consumismo identifichi perfettamente il "male" del mondo moderno. Inutile che io trascriva in queste righe ciò che la mia visione legata alla vita risulti quel male che lentamente si propaga all'interno del nostro corpo, e con l'inutile speranza di trovare quella cura che se non fermata in tempo non riuscirà mai più a guarirci.
Con questa mia stagione calda prendono così vita questi pensieri, queste riflessioni che vengono così in modo spontaneo. Ragiono su tutto questo in quei momenti in cui il contesto che mi circonda si forma di silenzio, quel leggero vento che accarezza questo mio caldo sole di stagione. Con quei colori e quel lento scorrere delle ore dove uomini e animali delle alte quote per l'ennesima volta mi aprono gli occhi sul verso "senso della vita".
"L'Estate, la mia Estate è anche questa...."
Ma il vero "Nirvana" lo raggiungo nel momento esatto in cui la teoria basata sullo studio di mappe e altro passa definitivamente alla praticità, alla meritata scoperta di quei nuovi territori che hanno decisamente cambiato il corso di questo mio ultimo periodo di vita.
Quelle vette in alta quota ancora coperte di quell'ultimo strato di neve, a rendere ormai un lontano ricordo tutti quei limiti e tutte quelle difficoltà che l'Inverno stesso impone. Il Sassopiatto e la Val Duron, con la preziosa sensazione di pranzare in un rifugio, il Rifugio Sasso Piatto, dopo tanti mesi di chiusura. Il Catinaccio d'Antermoia e quei suoi meravigliosi e selvaggi versanti rocciosi che guardano verso i Denti di Terrarossa.
E' come il volo di un uccello che finalmente prende quota con quei primi battiti d'ali che vorresti non finissero mai. Il Roda de Putia e il Rifugio Genova nell'Alto Adige, con il rifugio ancora chiuso ma con quell'euforia dettata da Uomini e Donne intenti a quelli che sono gli ultimi preparativi che da li a poche ore apriranno i battenti di una nuova e lunga stagione. Un battito d'ali che profuma di vita, che mi immerge nel caldo di una meravigliosa stagione. Un volo eterno che da Longiarù si espande verso la meravigliosa Val di Funes. E' un susseguirsi di occhi, i miei, che si aprono di fronte alla maestosità e imponenza di quel versante che dall'Alpe di Siusi guarda nuovamente verso il Catinaccio e l'Antermoia.
Ora mi prende quel forte desiderio di non fermarmi mai, perchè se al Rifugio Genova ho respirato quell'energia carica di fermento e di quell'imminente benvenuto, l'Antermoia mi regala la mia prima al Rifugio Bergamo e alla bellezza selvaggia del Passo Molignon. Roccia e ancora roccia, di quella possente, selvaggia e che impegna il fisico fino a raggiungere quel passo che identifica perfettamente il grande regalo che queste montagne riescono a riservarti. Il Rifugio Puez, il Piasciadù e Cima Mulaz per chiudere quelle che sono ora le mie prime in assoluto, mettendo da parte ciò che resta come cornice di questo mio perfetto quadro naturale che ora rappresenta la mia Estate.
Vorrei poterti raccontare ogni singolo stelo d'erba. Vorrei farti sentire la forza di ogni singola pietra, di ogni singolo spigolo di roccia per renderti parte di questa mia Estate indimenticabile. Un'Estate e un "Anima", una stagione per l'amore eterno. Vorrei raccontarti storie che durante questa mia stagione che ora mi lascio alle spalle, ho già vissuto altre volte e che per l'ennesima di queste mi fanno vivere brividi ed emozioni che non si cancellano e che, sebbene ripetitive, fanno e faranno sempre parte di quel passato che non potrò mai dimenticare.
Ora con Settembre tutto questo rimane chiuso in un piccolissimo frammento di questo mio cuore che chiede solo di vivere. Un nuovo mese che lentamente mi accompagna all'ennesimo periodo di quel cambiamento dove sentieri e rifugi rimangono giorno dopo giorno abbandonati a ogni intemperia, e a quei naturali elementi che la Natura stessa impone come una regola che non sarà mai trasgredita da nulla. Gli animali al pascolo daranno così inizio a quel lento cammino verso le valli, verso le stalle che per l'intero Autunno e il rigido Inverno saranno la loro nuova casa. La Natura selvaggia, invece, per un istinto ormai millenario seguirà quel copione che da sempre impone un duro lavoro. Approvvigionamenti e tutto il necessario per quei periodi in cui il primo freddo inizierà a rallentare quella frenesia e quella vitalità estiva, fino giungere alla prima neve e fermare in un lungo letargo ogni forma di vita.
Guardo a ciò che mi lascio alle spalle così, con quella malinconia di ciò che è stata per l'ennesima volta la mia stagione più bella, e con quel pizzico di tristezza in cui nel giro di breve tempo il mio mondo Dolomitico e le mie montagne muteranno assieme a me e ai miei ricordi più belli.
Stefano
Riflessioni che toccano il cuore